Partenza: Marina di Grosseto
Distanza: 1h
Voto: 4/5
Starei ore a fissare rapita un Caravaggio, mi stenderei sul pavimento della Cappella Sistina per ammirare meglio gli affreschi di Michelangelo, prenderei per vere le statue del Bernini ma l’arte contemporanea proprio non la capisco.
Non si contano le volte in cui Fabiana ha cercato di farmi cambiare anche solo lievemente idea ma proprio quando stava per mollare la presa Niki de Saint Phalle le è venuta in aiuto: a Garavicchio, una frazione vicino a Capalbio, c’è il Giardino dei Tarocchi.
Già l'ingresso ha un suo perché: un buco perfettamente circolare al centro di una muraglia di tufo apparentemente impenetrabile (un po’ tipo “Stargate”, ma senza alieni egizi). Una volta oltrepassato vi ritroverete trovi in un mondo fatto di mostri colorati immersi tra alberi e i cespugli. Vi sembrerà di essere Alice nel Paese delle Meraviglie: in ogni sentiero leggerete strane iscrizioni alfanumeriche e se alzate gli occhi e vi troverete davanti un tripudio di specchietti e ceramiche colorate.
Entrate ne “L’Imperatore" e non vorreste fare altro che vagare tra le colonne fantastiche per coglierne tutti i particolari. Poi seguendo uno cigolio vi troverete davanti “La Giustizia”, un dolce rumore di acqua scrosciante vi riporterà a pensieri più vivaci e potrete riposare gli occhi tra le volute blu elettrico de “La Papessa”.
Molti dicono che sia un misto tra Parc Güell e il Parco dei Mostri di Bomarzo. È vero, ma ha in più qualcosa: l’esoterismo. Esso sbiadisce un po’ nei giorni in cui il Giardino è affollato, soprattutto di famiglie con bambini che lo prendono per un parco divertimenti. Il nostroconsiglio è di andarci poco prima del tramonto, quando si rimane in pochi ad ammirare, in silenzio, il riflesso del sole sulle maioliche, attaccate in diciassette anni di lavoro da Niki e i suoi collaboratori.
IL GIARDINO DEI TAROCCHI
Niki de Saint Phalle (Catherine Marie-Agnés Fal de Saint Phalle) nasce in Francia nel 1930. Di famiglia aristocratica, a sette anni si trasferisce a New York e a diciotto si avvicina al mondo dell'arte con esperienze nel campo della letteratura, del teatro e del cinema. Posa anche come fotomodella per Vogue, Life ed Elle. Nel 1950 sposa lo scrittore Harry Mathews, amico d'infanzia, con il quale avrà due figli - Laura (1951) e Philip (1954) - e con cui si trasferirà a Parigi. Qui Niki inizia a soffrire di disturbi depressivi e, vista la gravità, viene ricoverata a Nizza - dove emergono gli abusi sessuali subiti dal padre durante l'adolescenza. Come spesso accade, questo momento difficile sarà la premessa di un futuro pieno di soddisfazioni: scoperto il valore terapeutico della pittura, comincia a dedicarsi completamente all’arte.
Nel 1956 tiene la sua prima mostra personale a St. Gallen, in Svizzera, dove conosce Jean Tinguely, scultore svizzero appartenente al movimento dei Nouveaux Réalistes. Sarà l’inizio di un sodalizio artistico e amoroso che durerà fino al 1991, anno della scomparsa di Tinguely.
Dal 1979 al 1996, su mezzo ettaro di terreno donatole dalla famiglia Caracciolo, Niki aiutata da Jean e da uno staff di collaboratori (Ricardo Menon, Rico Webe, Venera Finocchiaro...) si dedica alla realizzazione del Giardino dei Tarocchi: un connubio perfetto tra arte e architettura, la sintesi di tutto il suo percorso artistico e il sogno di una vita.
Il Parco è composto da gigantesche sculture, alte circa 12/15 metri, che raffigurano i ventidue Arcani Maggiori delle carte dei Tarocchi. Le figure sono rivestite di specchi, vetri e mosaici di ceramica colorata. Ogni colore, secondo l'artista, ha un significato: il rosso simboleggia la forza creatrice; il verde la vitalità primigenia; il blu la profondità di pensiero; il bianco la purezza; il nero i dolori del mondo; l’oro l’intelligenza e la spiritualità. Sulle stradine del parco, Niki ha inciso anche numeri, memorie, citazioni, messaggi di speranza e di fede. Tutto il complesso diventa così una sorta di percorso iniziatico, condotto però in un’atmosfera giocosa.
Il Giardino, costato circa 10 miliardi di lire e completamente autofinaziato dall'artista (attraverso la vendita di altre opere, libri, film e la produzione di una linea di profumi), ha aperto al pubblico nel Maggio 1998. Quattro anni dopo, l'artista si è spenta in California a causa di una malattia polmonare provocata dai gas tossici derivanti dal poliestere.
Il Tarocco dell’Imperatrice-Sfinge è stato la casa dell'artista durante i lavori nel parco. Qui sono tutt'ora visibili: il salotto, la cucina, il bagno e la camera da letto. All'interno della Giustizia, chiusa da un lucchetto, c'è un'opera di Jean Tinguely che rappresenta l'ingiustizia
Consigli:
Noi all'andata abbiamo fatto la strada più lunga - suggeritaci dal navigatore. E' una strada che passa nell'entroterra, arriva a Capalbio e si immette in stradine strette e abbandonate, vi consigliamo quindi di prendere l'Aurelia (SS1) e uscire a Pesca Fiorentina. Il Parcheggio è molto grande, fornito di bar e bagni.
Link utili:
Tutte le foto, se non altrimenti specificato, sono state fatte da Fabiana e sono liberamente condivisibili. Per altre immagini visita la nostra Galleria Fotografica